In questo mese di maggio proseguiamo il nostro percorso tra i capolavori cinematografici presenti sui nostri scaffali che quest'anno festeggiano compleanni tondi rispetto all'uscita nelle sale e a questo giro tocca a quattro film straordinari, carichi di mistero e molto emozionanti : " La fiamma del peccato" e " La donna del ritratto" che compiono 80 anni mentre " La finestra sul cortile" e " Senso" che di anni quest'anno ne festeggiano 70!
1. La fiamma del peccato
Regia di Billy Wilder
Cast: Fred MacMurray, Barbara Stanwyck, Edward G. Robinson
Produzione: USA, 1944
Un agente assicurativo fa conoscenza con una bionda donna affascinante che vuole assicurare suo marito sulla vita. C’è del losco, ovviamente, ma Walter, l’agente, è soggiogato dal fascino tutt’altro che indiscreto e sicuramente pericoloso della cliente. I due diventano amanti e, insieme, progettano l’omicidio del marito allo scopo di dividersi poi il ricchio premio. Le cose non vanno come dovrebbero. La confessione più leggendaria della storia del cinema, una voce impressa in un magnetofono da Walter Neff, agente assicurativo che insieme alla sua amante Phyllis ha organizzato il delitto perfetto: l’ha fatto per i soldi, dice, e l'ha fatto per una donna, ma non ha avuto né gli uni né l’altra. Capolavoro del noir, a partire dall' indimenticabile incipit con confessione annessa che non toglie un briciolo di tensione al film, di uno dei migliori registi di tutti i tempi.
2. La donna del ritratto
Regia di Fritz Lang
Sceneggiatura: Nunnally Johnson ; dal racconto Once off guard di J. H. Wallis
Cast: Edward G. Robinson, Joan Bennett, Dan Duryea
Produzione: USA, 1944
Film muto: didascalie in svedese e sottotitoli in italiano
Contenuti extra:
biografia, filmografia, curiosità su Fritz Lang, Edward G. Robinson e Joan Bennett
cinema in noir;
il Lang americano;
sinossi, note, curiosità inedite sul film.
Durante un periodo in cui Richard, criminologo particolarmente sensibile al fascino di un ritratto esposto in una vetrina, viene lasciato solo da moglie e figli, partiti per una vacanza, viene abbordato da Alice, una donna che assomiglia in modo impressionante al ritratto che così tanto lo aveva colpito. Finisce per uccidere il suo amante che la brutalizzava, ma comincia ad essere ricattato dalla guardia del corpo dell'uomo ucciso e la disperazione prenderà presto il sopravvento. Da un romanzo di J. H. Wallis un altro noir avvincente che ripropone il tema caro al regista di Metropolis: il sottile confine tra innocenza e colpevolezza, il crescendo di tensione sfocia in un finale a sorpresa e "La donna del ritratto" diventa simbolo stesso del cinema di Lang, ritorno a un’evocazione fantasmatica fatta di opposti: incubo e realtà, delitto e passione, Bene e Male. Travolti dalla notte, ma anche dalle fattezze “pittoriche” di una dark lady, Joan Bennett, che finirà poi “fuori dal ritratto” a fare la strega per Dario Argento in Suspiria. Edward G. Robinson, uomo qualunque inchiodato dalla colpa, è splendido.
3. La finestra sul cortile
Regia di Alfred Hitchcock (based on the short story by Cornell Woolrich)
Musiche di Franz Waxman
Cast: James Stewart, Grace Kelly, Raymond Burr, Thelma Ritter, Wemdell Corey
Produzione: USA, 1954
Contenuti extra:
ricordi e restauro di La finestra sul cortile;
documentario speciale, galleria fotografica, trailer cinematografici;
note di produzione;
Jeff, fotoreporter costretto in casa dopo un incidente, per ingannare il tempo tiene sotto controllo dalla finestra la vita dei suoi vicini con un teleobiettivo. A un certo punto, la scomparsa di una donna gli fa sospettare che sia stato commesso un omicidio. Una vera sfida, ovviamente vinta da Sir Alfred, concentrare in un'unica scenografia tutto lo svolgimento della storia che si dipana interamente nella stanza del protagonista e su tutto ciò che da quella memorabile finestra riesce a vedere, aiutato nello sbrogliare la matassa dalla fidanzata e dall'infermiera. Uno dei film prediletti dal regista e costruito su un calibrato mix di suspense, humour e riflessione su debolezze umane e voyeurismo. Capolavoro perfetto e assoluto.
4. Senso
Regia di Luchino Visconti (tratto dal racconto omonimo di Camillo Boito)
Sceneggiatura di Carlo Alianello
Cast: Alida Valli, Massimo Girotti, Farley Granger
Produzione: Italia, 1954
Venezia, 1866: la nobildonna Livia Serpieri si innamora del tenente austriaco Franz Mahler e ne diventa l’amante. Il cugino di Livia, un patriota, consegna alla donna i fondi necessari all’insurrezione, ma lei li dà a Franz per corrompere un medico. Quando però raggiunge l’ufficiale a Verona, lui la respinge. Film epocale che accese violenti dibattiti sui destini e le trasformazioni del neorealismo italiano, e che diede il via alle acute riflessioni del maestro milanese sulla crisi della società nobiliare. Un gruppo di scrittori di gran classe (oltre a Visconti, Suso Cecchi d’Amico, Paul Bowles, Tennessee Williams e Giorgio Bassani) si sforzò di (ri)fotografare un momento storico cruciale - la vigilia dell’unità d’Italia - partendo da una novella di Boito.
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